Questo itinerario permette di avvicinarsi il più possibile alla grande parete del Fitz Roy senza sconfinare in difficoltà alpinistiche eccessive. Buona parte del percorso si svolge tuttavia su ghiacciai che possono a volte essere molto crepacciati e problematici da traversare. Un breve tratto appena oltre il Paso Inferior è su rocce instabili con passi di II, mentre il ripido pendio nevoso che conduce alla base della punta Velluda raggiunge i 50°.
Attenzione anche nel traversamento del paso Superior: il suo versante settentrionale presenta un salto verticale di circa 15 metri (variabile in funzione del livello del ghiacciaio sottostante) che al momento del nostro passaggio poteva essere superato per mezzo di una scaletta metallica in pessimo stato (preventivare una possibile corda doppia).
Indescrivibile invece la bellezza del paesaggio che si va ad attraversare: la salita dell'aereo pendio nevoso della punta Velluda e la traversata fino al paso Superior è molto emozionante.
Descrizione:
Dalla sponda orientale del lago Los Tres portarsi a sinistra verso l'emissario del lago, superarlo e risalire le roccette appena a monte.
Saliti di circa 40 metri sopra al livello del lago, un ometto di sassi indica a destra una provvidenziale cengia che conduce fino ad un anello di calata. Con una doppia di 15 metri si supera un saltino verticale e, tramite un'altra cengia, si raggiunge la base di un canaletto da risalire sino al termine. Si prosegue per terreno più facile di grossi blocchi rocciosi e si sale brevemente ad una piccola conca occupata da un secondo laghetto. Senza raggiungerne la riva, traversare a destra nel punto più agevole e raggiungere il bordo del ghiacciaio Los Tres.
Legatisi in cordata, salire direttamente in direzione Nord puntando all'ampia sella sovrastante, che però non deve essere raggiunta: il passaggio corretto si trova più a sinistra, presso una forcella al culmine di un ripido canale nevoso (paso Inferior). Dal passo non scendere sull'opposto versante, ma risalire il facile ed ampio filo di cresta di sinistra per blocchi di roccia instabili.
Presso una seconda forcella, dove la cresta diventa più sottile, proseguire direttamente diventa problematico. Scendere quindi a destra, in un canale del versante Nord (passi di II), perdendo una cinquantina di metri di quota fino ad incrociare una cengia poco pronunciata che permette di proseguire al di sotto della cresta (il passaggio giusto si riconosce per delle placche di roccia arancione con grosse macchie di muschio scuro). In questo tratto di percorso, da superare con molta attenzione per via della roccia non sempre sicura, ci sono alcuni ometti di pietra.
Intuendo le tracce di passaggio si aggirano, con qualche su e giù, un paio di speroni rocciosi e si arriva presso un facile canale che permette di ritornare in cresta, ora nuovamente ampia e percorribile.
Per blocchi di roccia, faticosi ma non difficili, in un paesaggio via via sempre più interessante, ci si porta alla base del ripido pendio di neve (50°) sotto alla punta Velluda. Il pendio va risalito completamente piegando, nella parte alta, lievemente a sinistra in modo da aggirare facilmente le rocce terminali della punta Velluda stessa.
Da questo punto il paso Superior è ben visibile e si raggiunge facilmente proseguendo a mezza costa in direzione dell'inconfondibile Fitz Roy (Ovest), ormai molto vicino.
Presso il valico, dove si trova il campo base per le scalate al Fitz Roy, passa la faglia che divide la zona centrale di chiare rocce granitiche da quella di rocce più scure delle montagne circostanti. Dal valico è inoltre ben visibile il passo Guillaumet, la meta successiva. Si riconosce poiché è la prima stretta forcella, lambita dal ghiacciaio, appena a destra del gruppo di cime rocciose che attorniano il Fitz Roy e subito a sinistra di un curioso dentino roccioso di colore giallo.
Dal valico, per scendere sull'opposto versante si sfrutta una scaletta metallica di una quindicina di metri che permette di mettere piede sul bacino superiore del ghiacciaio Piedras Blancas. Questo ghiacciaio è molto crepacciato e il punto migliore per traversarlo si trova più in alto (quota 2000 circa), presso il pianeggiante circo collettore che lo alimenta e che si raggiunge salendo direttamente vicini alla fascia rocciosa di sinistra.
Raggiunto il circo superiore, esattamente ai piedi del Fitz Roy, piegare a Nord e traversare tutta la conca pianeggiante puntando ad una gobba del ghiacciaio che nasconde la vista diretta sul passo Guillaumet. Questa gobba costituisce il miglior punto di passaggio in quanto presenta crepacci perpendicolari al senso di marcia e non paralleli come in altri punti. Inoltre da lontano la pendenza sembra superiore a quella che invece è davvero (circa 40°).
Una volta raggiunta la sommità della gobba ghiacciata, si scende di alcune decine di metri sull'opposto versante raggiungendo brevemente la stretta forcella del passo Guillaumet, appena a destra della cima omonima.
La vista sull'opposto versante è spettacolare e si spinge verso la propaggine orientale dello smisurato Hielo Continental.
Discesa:
Dal paso Guillaumet imboccare lo stretto canale che scende sul versante Nord costituito di grossi blocchi rocciosi e chiazze di neve.
Questa discesa impegna in qualche elementare passo di arrampicata, ma richiede molta attenzione per il terreno instabile e l'eventuale presenza di vetrato. Presso la base del canale continuare a scendere per vasti ghiaioni dirigendosi verso il bordo del glacionevato ai piedi del vicino paso del Cuadrado.
N.B. Da qui è possibile proseguire verso il paso del Cuadrado oppure, in caso di necessità, continuare a scendere sino ad incrociare il sentiero che proviene dalla valle del Fraile e da qui continuare fino ad El Chalten.