Questo itinerario permette di raggiungere l'accogliente rifugio Mambretti, nel cuore della valle di Scais e al cospetto di cime di grande bellezza.
Si tratta di un percorso piuttosto semplice ma che, in caso di nevicate a quote basse, diventa di sviluppo marcato in quanto è possibile che la strada di accesso sia transitabile solo fino alla centrale di Vedello.
Per pernottare al rifugio, sempre incustodito, è necessario ritirare le chiavi presso i guardiani della diga di Scais, preferibilmente dopo aver contattato l'ispettore del rifugio stesso (telefonare ore pasti 0342 / 219225 - Sig.ri Valsecchi).
La capanna Mambretti è dotata di cucina con stufa a legna e fornello a gas, vettovaglie, viveri di emergenza, zona letto con materassi e coperte.
Descrizione:
Da Sondrio, seguire la strada statale dello Stelvio in direzione di Bormio per circa 2 km sino ad un bivio sulla destra (poco evidente) con indicazioni per Piateda. Superata la ferrovia si entra nel paese e si prosegue per Piateda Alta.
La strada, guadagnata quota, si addentra nella valle di Scais rimanendo alta a mezza costa sino a raggiungere la centrale idroelettrica di Vedello, dove si biforca. Seguendo il ramo di sinistra, dopo alcuni tornanti si raggiunge Ambria e, subito dopo, una grande spianata dove si parcheggia.
Proseguire lungo la strada sterrata raggiungendo il fondo della piana; il successivo salto roccioso si vince con alcuni ripidi tornanti al termine dei quali si raggiunge la base dell'imponente diga di Scais. Seguendo le indicazioni per il rifugio Mambretti, si traversa il torrente su un ponticello a sinistra, ci si inoltra nel vicino boschetto e in breve si sale alla casa dei guardiani della diga.
Un provvidenziale sentiero a mezza costa permette di costeggiare la sponda idrografica destra del lago di Scais fin presso il piccolo nucleo delle case di Scais, in vista dell'imponente parete settentrionale del pizzo del Salto al culmine della laterale valle di Vedello.
Si prosegue verso sinistra (SE) inoltrandosi nel bosco su terreno piuttosto disagevole, finchè non si sbuca nella piana dell'Alpe Caronno. Traversata la piana verso Sud, si attacca il ripido pendio successivo originato da una costola secondaria del sovrastante pizzo degli Uomini.
Intorno a quota 1900 si punta direttamente all'ampio filo della costola e, tramite di esso, si sale direttamente al rifugio, costruito anch'esso sul culmine del dossone in un punto di minor pendenza.
Discesa:
Per l'itinerario di salita.